Il primo re: un film epico sulla nascita di Roma


Il primo re: un film epico sulla nascita di Roma

Il primo re è un film del 2019 diretto da Matteo Rovere, che racconta la storia di Romolo e Remo, i due fratelli pastori che secondo la tradizione fondarono Roma nel 753 a.C. Il film si distingue per la sua fedeltà storica, per la sua ambientazione suggestiva e per il suo linguaggio originale: il protolatino, una forma arcaica di latino ricostruita dagli studiosi.

Il film inizia con una violenta esondazione del Tevere, che travolge i due fratelli e li fa finire come schiavi nella città di Alba Longa. Qui riescono a ribellarsi e a fuggire, portando con sé la sacerdotessa di Vesta Satnei, custode del sacro fuoco. Durante la fuga, Remo uccide il capo dei latini e diventa il leader della tribù formata dai prigionieri liberati. Dopo aver sconfitto un clan di guerrieri nemici, Remo si proclama re del loro villaggio.

Ma una profezia rivela che uno dei due fratelli dovrà uccidere l’altro per fondare un impero più grande di quanto si possa immaginare. Remo, non volendo accettare il destino imposto dagli dei, spegne il sacro fuoco e si allontana da Romolo, che invece lo riaccede e diventa il nuovo capo del villaggio. Remus tenta di sfuggire alla profezia dirigendosi verso il Tevere, ma viene attaccato dai cavalieri di Alba Longa e salvato dalla tribù di Romolo. Remus sfida il fratello a ucciderlo per compiere la profezia e Romolo, dopo un’aspra lotta, lo trafigge con una lancia.

Il film si conclude con Romolo che sceglie il luogo dove fondare la sua città: una collina sulle rive del Tevere, dove aveva visto un augurio favorevole sotto forma di dodici avvoltoi. Il film si è aggiudicato tre David di Donatello nel 2020: per il miglior produttore, per il miglior autore della fotografia e per il miglior suono.

Il primo re è un film che si propone di raccontare le origini di Roma in modo realistico e coinvolgente, senza ricorrere a elementi fantastici o mitologici. Il regista Matteo Rovere ha dichiarato di aver voluto fare un film “che non fosse né un peplum né un fantasy, ma una storia vera e cruda”. Per questo ha scelto di girare il film in protolatino, una lingua che non si sentiva al cinema da decenni e che ha richiesto un lungo lavoro di ricerca e di addestramento degli attori.

Il film si basa su fonti storiche e archeologiche, ma anche su leggende e tradizioni popolari. Il regista ha cercato di ricostruire il mondo dei primi abitanti del Lazio, i latini e i sabini, con le loro credenze, le loro usanze e le loro lotte. Il film mostra anche la diversità culturale tra le varie tribù dell’epoca, come i clan Testa di Lupo e Veltur, che parlano dialetti diversi dal protolatino. Il film non vuole essere una lezione di storia, ma una storia di uomini e donne che lottano per la sopravvivenza e per il loro destino.

Il primo re è un film che ha ricevuto critiche positive sia in Italia che all’estero. Il film è stato apprezzato per la sua originalità, per la sua forza visiva e per le sue interpretazioni. In particolare, Alessandro Borghi e Alessio Lapice hanno dato vita a due personaggi complessi e contrastanti: Remo, il fratello ribelle e ambizioso, e Romolo, il fratello saggio e visionario. Il film è stato definito come un “epos barbarico” e come un “western antico”, capace di rinnovare il genere storico con uno stile moderno e innovativo.